Agape accoglie nelle sue diverse case nuclei monogenitoriali con figli minorenni o gestanti che si trovano in situazione di difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali o in situazioni di disagio abitativo, economico, psicologico e sociale o talvolta provenienti da altre comunità educative per completare il proprio percorso verso l?autonomia. La struttura è autorizzata al funzionamento ai sensi delle DD.GG.RR. 1904/2011 ? 1106/2014.
Il modello di tipo relazionale rimanda all?idea di una comunità come luogo pensato e progettato in modo che la vita quotidiana sia il principale strumento educativo e riparativo. Gli adulti significativi si pongono come soggetti capaci di accogliere l?altro in un processo di familiarizzazione indispensabile a qualsiasi progettazione condivisa. La costruzione di una relazione significativa diventa così il prerequisito all?attuazione di un ambiente riparativo, un luogo reale e simbolico che accoglie, sostiene, contiene, ascolta, ripara e aiuta a ricostruire realizzando progettazioni educative specifiche ed individualizzate.
In questo ambito si insegna e si sviluppa l?apprendimento della funzione materna che mette i minori, ma anche le loro madri, nelle condizioni di vivere e di sperimentare una stabilità non solo educativa, ma soprattutto una presenza e una continuità affettiva.
Tra gli obiettivi prioritari vi è quello di rafforzare ed integrare i ruoli genitoriali temporaneamente indeboliti o compromessi da difficoltà familiari, attraverso azioni e presenze che promuovano il superamento di situazioni di privazione. Vengono favorite la cura e la stima di sé, degli altri e il rispetto reciproco, con un approccio basato sulle competenze relazionali ed educative e sulle risorse di resilienza, per aiutarle a riconoscere e potenziare i fattori di protezione e compensare i fattori di rischio che minacciano lo sviluppo del bambino.
Gli operatori, in collaborazione con il Servizio Sociale di competenza e con la mamma, e in relazione ai vincoli giuridici presenti, raccolgono ed esaminano criticamente gli elementi utili all?elaborazione del progetto educativo individualizzato per il nucleo.
Il progetto educativo viene costantemente monitorato attraverso i colloqui settimanali tra la mamma e l?educatore di riferimento, la riunione settimanale dell?équipe, la supervisione mensile con uno psicoterapeuta ad approccio sistemico-relazionale, ed altri strumenti dei quali si avvale l?équipe educativa.
La Responsabile (psicologo clinico) e l?Educatore (con formazione clinica o pedagogica) aggiornano periodicamente il Servizio Sociale attraverso comunicazioni telefoniche e incontri presso la comunità, cui partecipa anche l?ospite. Gli operatori partecipano a incontri di rete sul territorio con gli operatori socio-sanitari coinvolti (NPIA, CSM,...).